BERNARDO SICILIANO Nude City
a cura di Maria Ida Gaeta e Lea Mattarella
La Pelanda – Centro di produzione culturale
Immagine: Bernardo Siciliano Janelle, 2008 (dettaglio)
Nel suggestivo spazio de La Pelanda, al MACRO Testaccio, Bernardo Siciliano presenta Nude City, una mostra a cura di Maria Ida Gaeta e Lea Mattarella; per l’occasione verranno presentate tele di grandi dimensioni raffiguranti nudi femminili e dipinti di piccolo medio formato di quella che da più di dieci anni è la città in cui vive l’artista: New York.
I nudi e la città. Il dentro e fuori, gli interni e gli esterni, soprattutto lo sguardo dell’artista alla prova, al cospetto di New York, con la sua narratività, col suo patrimonio di icone, segni, prototipi. Bernardo Siciliano affronta la sfida con la concentrazione, la dedizione, la febbrile eccitazione, la riflessione e l’abbandono indispensabili. I quadri di questa mostra sono il prodotto e l’effetto di questa tensione, di questa prova e di questa sfida. Ancora una volta giocate dentro e fuori, dentro e fuori il sé dell’artista.

TRASPARENZE. l’Arte per le Energie Rinnovabili
a cura di Laura Cherubini, coordinamento generale di Sauro Bocchi, da un’idea di Bianca Alfonsi e Alessia Montani
MACRO Future
Organizzazione Fabula in Art
Le fonti rinnovabili sono la nuova frontiera di una energia che non inquina e che i governi di tutto il mondo stanno valorizzando per contenere le emissioni di anidride carbonica nocive per l’uomo e per l’ambiente. Trasparenze. L’Arte per le Energie Rinnovabili propone opere di artisti italiani e internazionali che riflettono attraverso l’energia dell’arte su una tematica fondamentale del mondo contemporaneo e si propongono come importante strumento di comunicazione, capace di offrire nuovi punti di vista sul tema delle energie rinnovabili.
La mostra, ospitata da MACRO Testaccio, sede museale votata all’apertura e alle collaborazioni con altre istituzioni culturali, sarà poi ospitata dal MADRE, Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina di Napoli. Il dialogo tra i due musei si propone come segno fondamentale di una propensione alla collaborazione tra le maggiori istituzioni museali italiane.
Trasparenze si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica, le amministrazioni e il mondo produttivo circa l’importanza delle energie alternative per la salvaguardia del futuro del pianeta e di contribuire a fornire una corretta informazione sul tema, attraverso l’arte che è la vera energia rinnovabile che non si esaurisce perché rigenera permanentemente se stessa.
La manifestazione artistica e culturale è ideata, organizzata e promossa dall’Associazione Fabula in Art

MACROwall: EIGHTIES ARE BACK! LUIGI CARBONI
a cura di Ludovico Pratesi
MACROwall: Eighties are Back! è un progetto che si propone di rileggere l’arte italiana degli anni Ottanta attraverso un ciclo di mostre personali di dieci artisti rappresentativi delle diverse tipologie di ricerca che hanno caratterizzato la produzione artistica del decennio. Ogni artista è invitato ad esporre su un’unica parete due opere, una storica e una recente, per permettere al pubblico di riscoprire la vitalità delle ricerche artistiche degli ultimi anni. Le opere sono accompagnate da schede redatte da due critici d’arte di diverse generazioni: il più giovane interpreta l’opera storica e viceversa.
Il secondo appuntamento di MACROwall: Eighties are Back! vede protagonista il pittore e scultore Luigi Carboni (Pesaro 1957).
I dipinti dell’artista nascono dalla sovrapposizione di pattern di matrice figurativa o astratta, che creano relazioni ambigue e misteriose per comporre sofisticate mappe di segni e immagini cariche di suggestioni simboliche e poetiche. L’inserimento di oggetti all’interno dell’opera sviluppa ulteriori rimandi a concetti come rischio, casualità e gioco. Nei dipinti esposti al MACRO si sottolinea l’evoluzione di un percorso interno alla pratica pittorica, mai abbandonata dall’artista fin dai suoi esordi nei primi anni Ottanta, esplicitata dall’uso del monocromo come elemento unificante di un codice linguistico aperto a letture molteplici e articolate.
Per documentare i risultati pittorici raggiunti da Carboni negli anni Ottanta è stato scelto Prima Prova (1989), una doppia tela color grigio argento animata da un pattern composto da immagini di provenienza diversa, in una trama talmente stretta da renderne difficile una decifrazione precisa, evidenziando la matrice concettuale e simbolica dell’opera.
In Nero ombrato (2004 -2008) l’opera si arricchisce di un elemento in aggetto, una mensola sulla quale è poggiato un dado da gioco. Un oggetto in grado di suggerire una componente ludica dominata da un’oscura ambiguità, evidenziata da una cromia legata alla natura primitiva e notturna dell’opera.
Le opere Prima Prova e Nero Ombrato, presentate rispettivamente da Andrea Bruciati e Roberto Daolio, compongono un MACROwall, che occupa un’intera parete di una delle sale del Museo, creando cosi’ un inedito confronto tra due contemporaneità, appartenenti a diversi momenti creativi della ricerca di Luigi Carboni.

Design by Adamo/Obeso/Phone Center/Ral/Echino – Short Theatre 2010
a cura di Portage
Organizzazione Associazione Area06
Con la collaborazione di MACRO Testaccio La Pelanda e Zètema Progetto Cultura
Comunità Europea – Programma Cultura – IYME International Young Makers’ Exchange I
In collaborazione con Core – Instituto Cervantes– Editoria e Spettacolo – Le chant di jour – Fanfulla – Arci
Media Partner Radio Rai3 – Exibart – Post it
Sito web
www.shorttheatre.org
La nuova edizione di Short Theatre si presenta con una identità consolidata e molte novità in cantiere. Oltre a rinnovare la collaborazione con il Teatro di Roma, Short Theatre moltiplica la sua sede, includendo uno spazio da poco aperto in città, la Pelanda (MACRO Testaccio), grazie al supporto di Macro – Museo d’Arte Contemporanea Roma e Zètema Progetto Cultura.
DESIGN BY ADAMO L’abitare e gli oggetti d’uso che ci circondano, non fanno più parte della verità in quanto meri simboli di rapporto sociale. Esiste oggi il semplice ed egoistico piacere dell’utile che continua a governare il mondo per diventare un paradigma della bruttezza, è un’utilità che non può piacere perché corrisponde agli interessi esclusivi e ingiusti del mercato. L’esplosione si trasforma in gesto artistico e distingue l’opera dall’oggetto di design, la versione dalla copia.
lamiera piegata, plexiglas, frammenti di legno, video-proiezione (video HD – 4’50”)
210x210x45 cm
OBESO Icona dell’anestesia dei sensi una testa in resina piange lacrime elettroniche che sgorgano in risposta agli stimoli acustici del visitatore. È la condizione dell’uomo contemporaneo incapace di provare sensazioni che non siano condizionate e quantificate dall’esterno, sensazioni immerse nell’oscenità del dolore pubblico e nella negazione del pudore.
calco in resina verniciato, impianto luci a led, mixer audio, microfono
30x30x170 cm
PHONE CENTER Esistono piccoli frammenti di città, in frammenti di quartieri appositi, che si chiamano “phone-center”. Sono microcosmi frequentati solo da “stranieri” che, telefonando, invertono le regole aprendo, tramite i cavi, questi piccoli spazi alle vie del mondo. Da un microcosmo al “cosmo” in un continuo allungare e accorciare le distanze.
plexiglas, struttura tavolo da campeggio, legno bruciato, cenere, elettrovalvole e tubi, audio
2×1.7×0.8 m
RAL Libertà è possibilità di scelta. Ma quale scelta mi si offre? La possibilità di decidere su quale sfondo poter collocare la propria fine. Diversi toni di blu sono abbastanza per bilanciare l’ineluttabile?
forex verniciato, policarbonato, resina, vestiti
380x380x30 cm
ECHINO È un lavoro sull’incidente che si manifesta negli opposti: luce e ombra, fragilità e resistenza, prospettive contrarie. L’uomo è struttura e, come questa, crolla diventando maceria.
“La storia futura non produrrà più rovine, solo macerie. Non ne ha il tempo”.
blocchi di cemento cellulare, profilati di ferro, polistirene, abiti, cavo elettrico, micro-cariche, lampadine-led
10.3×2.3×1.6 m
PORTAGE è un progetto artistico nato nel 2004 dall’incontro di Enrico Gaido e Alessandra Lappano successivamente a due percorsi individuali nell’ambito del teatro di ricerca.
Il progetto si è da subito connotato con la necessità di formulare in un’unica espressione da una parte l’approccio concettuale dell’opera d’arte contemporanea e il suo linguaggio formale, dall’altra il meccanismo di fruizione e di comunicazione emotiva dell’opera performativa, in un lavoro di ricerca sul pensiero e sulla sua rappresentazione contemporanea.

FotoGrafia Festival Internazionale di Roma (IX Edizione)
MACRO Future
Nuova edizione di FotoGrafia Festival Internazionale di Roma, il cui tema quest’anno è FUTURSPECTIVES, ovvero “può la fotografia interpretare il futuro?”
Questo paradosso è subito evidente nel lavoro di Paul Wombell per la sua mostra della sezione fotografia e arte contemporanea “BUMPY RIDE”. D’abitudine si discute di fotografia al passato. Una volta che una foto è stata scattata, rimanda indietro nel tempo ed in qualche modo diventa storia. Ma alcuni fotografi stanno mettendo in dubbio questa premessa, realizzando immagini che guardano in avanti e non indietro.
Sono fotografi che lavorano più come scrittori del genere “science fiction”, usando il processo fotografico per immaginare come il futuro potrebbe apparire. “Bumpy ride” raccoglie il lavoro di fotografi contemporanei come Ilkka Halso, Jill Greenberg, O Zhang, Cédric Delsaux, Ebru Erülkü, Mirko Martin, Peter Bialobrzeski, Kader Attia, che usano sia il digitale che l’analogico e che stanno sfidando le nostre aspettative di ciò che si vede in un’immagine.
Anche il lavoro di ricerca compiuto da Valentina Tanni per la sezione fotografia e new media cerca di rispondere alla domanda di questa IX edizione del Festival. L’incontro tra la fotografia e i nuovi media vive un eterno presente.
Dieci fotografi, Marco Cadioli (Italia), Martijn Hendriks (Paesi Bassi), Justin Kemp (USA), Jaime Martinez (Messico), Filippo Minelli (Italia), Sascha Pohflepp (Germania), Jon Rafman (Canada), Phillip Toledano (USA), Harm Van den Dorpel (Paesi Bassi) e Carlo Zanni (Italia) per una mostra che prova a scrutare nel futuro – o forse dovremmo dire nel presente continuo – della fotografia.
Last but not least, la sezione su fotografia ed editoria curata da Marc Prust. La mostra, come lascia intuire il titolo: “UNPUBLISHED – UNKNOWN”, presenta una selezione di lavori ancora non pubblicati. La domanda che è dietro l’indagine del curatore è: si può affermare che una fotografia che non è stata vista da nessun altro al di fuori del fotografo esiste?
Prust ha selezionato più di 90 progetti di diversi fotografi che non sono stati pubblicati per differenti ragioni tra cui i lavori di Sergio Ramazzotti, Alessandro Gandolfi, Alessandro Serranò, Donald Weber, Markel Redondo, Wei Ying Ang, Andrea Predescu, Filippo Massellani, Massimo Mastrorillo, Ann Ackermann, Freya Najade, Massimo Sordi, Anton Kusters, Gianfranco Maggio, Olivier Pin-Fat, Antonia Zennaro, Kosuke Okahara, Roger Guaus.
Con il suo spostamento a settembre il Festival diventa il primo appuntamento della stagione internazionale, ospitando anche, in anteprima assoluta, la nuova produzione del Mese Europeo della Fotografia: MUTATIONS 3 – Public Image, Private Views, curata da Emiliano Paoletti, che presenta, tra l’altro,The Sochi Project di Rob Hornstra e Arnold Van Bruggen, un progetto di slowjournalism finanziato via web per documentare i cambiamenti nella regione russa che nel 2014 ospiterà le Olimpiadi invernali.
Giunge all’ottava edizione il prestigioso appuntamento con la COMMISSIONE ROMA, che ogni anno chiede ad un importante fotografo internazionale di ritrarre Roma in totale libertà. Quest’anno sarà presentato il lavoro di Tod Papageorge, il grande fotografo americano capostipite della Scuola di Yale, da cui provengono tra gli altri Gregory Crewdson e Philip Lorca di Corcia. Papageorge presenta il suo particolarissimo sguardo sulla città, fatto di pochi particolari, molti gesti e luoghi che spesso non sono
immediatamente riconoscibili.
Sempre all’interno degli spazi di MACRO Testaccio è prevista l’attesa mostra “ECCLESIA” di Giuliano Matteucci – vincitore del Premio Baume & Mercier dedicato alla giovane fotografia internazionale – che racconta una “Chiesa” diversa e decentrata grazie alle immagini scattate nelle chiese rurali di Mali, Ghana, Burkina Faso tra il 2007 e il 2010.
Infine sarà anche esposto il vincitore del PREMIO LIBRO 2009, Deformer di Ed Templeton, edito da Damiani Editore, scelto dalla commissione tra oltre 300 volumi di fotografia provenienti da tutto il mondo.
L’esposizione del catalogo sarà accompagnata da uno slide show delle immagini.
Un’importante conferma è la terza edizione del PREMIO IILA FotoGrafia per la giovane fotografia latinoamericana. All’interno del MACRO Testaccio verrà presentato: “Impero del sole”, il lavoro su Roma del vincitore dell’edizione 2009 José Manuel Castrellón, mentre l’IILA presenta nella sua Galleria “Lo Crudo Cocido”, a cura del Segretario Culturale Patricia Rivadeneira. In mostra i lavori del vincitore e dei finalisti della III edizione del Premio IILA FotoGrafia. Le opere proposte esplorano il tema “La Natura in relazione alla
metropoli” raccontando l’elemento naturale all’interno delle città, ma anche la natura degli agglomerati urbani. Il vincitore, Pablo López Luz (Messico), trascorrerà un mese di residenza all’IILA per realizzare un progetto su Roma, in mostra nel 2011 al Festival.
Anche quest’anno, inoltre, le più prestigiose ACCADEMIE INTERNAZIONALI partecipano al programma presentando alcuni progetti realizzati appositamente per il festival:
“L’altro lato” a cura di Éric de Chassey di Philippe Gronon e Petites Histoires di Agnès Geoffray all’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici;
“A question of time” a cura di Alessandra Capodiferro, Lavinia Ciuffa e Marco Delogu all’American Academy in Rome;
“ZOO” di Carlos Abalá e Ignasi López alla Reale Accademia di Spagna.
Partecipa anche la CALCOGRAFIA NAZIONALE con la mostra Deposizione di Adi Nes promossa dall’Istituto Nazionale della Grafica e dall’Ambasciata di Israele in collaborazione con FotoGrafia.
FotoGrafia coinvolge, infine, un importante circuito di GALLERIE:
– Galleria del Prete con BILLBOARDS a cura di 3/3, foto di Maurizio Montagna;
– Galleria Marte con ALBE a cura di Marta Fegiz, foto di Caroline Duchatelet;
– Centro Luigi Di Sarro 3… a cura di Angela Madesani, foto di Pier Paolo Fassetta, Guido Sartorelli, Luigi Viola;
– Sala 1 con FotOttica a cura di Barbara Santamato, Emanuela Termine, artisti vari;
– Rising Love FOTOX1000 a cura di Francesco Amorosino, artisti vari;
– Studio d’Arte La Margherita BREATH a cura di Marco Meneguzzo, foto di Marco Giuseppe Schifano;
– Studio Camera21 COMPRO, foto di Diamonds Land: Paolo Tagliolini, Renè Escalante;
– Project Room Villa Glori VILLAGGIO OLIMPICO ROMA a cura di Michela Papalia, di [nove] Photography: Alessandro Dandini de Sylva, Antonello Mazzei, Eleonora Calvelli, Federico Ciamei, Marco Rapaccini;
– s.t. foto libreria galleria JUNKSPACE. UNO SGUARDO SUL TERRITORIO AQUILANO a cura di s.t., foto di Antonio Di Cecco;
– Z2O Sara Zanin TRANSIENCE a cura di Z2O Sara Zanin, foto di Alberto Di Cesare, Olimpia Ferrari, Michael S. Lee, Ieva Mediodia, Annu Palakunnathu Matthew, Glen Sacks

Sergio Ragalzi. Genetica 2093
Promosso da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
Immagine: Sergio Ragalzi, Genetica 2093. Foto: altrospazio, Roma
Nella hall del Museo sono esposte due grandi opere dell’artista italiano Sergio Ragalzi, da poco entrate a far parte della collezione del MACRO.
Nel 1984, in occasione della prima mostra di Sergio Ragalzi (Torino, 1951), il poeta e critico Emilio Villa, parlava di “dicitura atmosferica”, di “atto decisivo” e “ominale”, di una “folta relazione feticistica” che accende la figura nei suoi più crepuscolari residui attraverso le poche flessioni di un silenzio “spettrificato”, e verso una “aristocrazia del feticcio”.
Oggi al MACRO queste stesse tensioni sono visibili nei grandi elementi gonfiabili di Genetica 2093, che animano la Hall del museo attraverso una invasione spaziale, umana e umanoide nutrita di senso plastico e di un valore concreto ed estremamente curioso. Queste inattese presenze, accolgono lo spettatore generando un intrigante sistema di opposti, che tra pieni e vuoti, rappresentazione e assenza, immagine e negazione cromatica, volume e segno, invitano a una personale appropriazione dell’opera.
Giunti recentemente in comodato ad arricchire la collezione del Museo, gli enormi embrioni neri di Ragalzi amplificano la più minuta identità della vita, la forma da cui si genera lo sviluppo, il segno da cui parte l’evoluzione e da cui ha origine il futuro, confermando la strenua autonomia e originalità della sua ricerca dagli anni ’80 giunge a oggi.

MACROwall: EIGHTIES ARE BACK! / Nunzio
a cura di Ludovico Pratesi
Promosso da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali
Immagine: Nunzio, Senza Titolo, 2009, Piombo su legno, cm 180×180
Continua il ciclo espositivo dedicato alle “storie dell’arte” degli anni ’80. Dopo Alfredo Pirri e Luigi Carboni è la volta di Nunzio, artista tra i più originali della generazione emersa in quegli anni e tuttora protagonista del panorama italiano e internazionale.
MACROwall: Eighties are Back! è un progetto che si propone di rileggere l’arte italiana degli anni Ottanta attraverso un ciclo di mostre personali di artisti rappresentativi delle diverse tipologie di ricerca che hanno caratterizzato la produzione del decennio. Ogni artista è invitato a esporre su un’unica parete due opere, una storica e una recente, per permettere al pubblico di riscoprire la vitalità delle ricerche artistiche degli ultimi anni. Le opere sono accompagnate da schede redatte da due critici di diverse generazioni: il più giovane interpreta l’opera storica e viceversa.
Il terzo appuntamento di MACROwall: Eighties are back! vede protagonista lo scultore Nunzio di Stefano (Cagnano Amiterno, AQ, 1954). I lavori di Nunzio scaturiscono da un rapporto di ricerca legato alla natura dei materiali, come il gesso, il legno combusto e il piombo, che possono ospitare interventi pittorici. L’artista predilige forme minimali, che mantengono un forte potenziale simbolico e archetipale ponendosi in relazione con lo spazio circostante, per creare tensioni e cortocircuiti tra forma e materia.
Per documentare i primi esiti della ricerca di Nunzio è stata scelta l’opera Duna (1984) esposta per la prima volta in occasione della prima personale alla galleria L’Attico di Roma e proveniente dalla collezione Attolico. Si tratta di un lavoro diviso in due parti in gesso colorato a tempera e dipinto per immersione, posizionato a parete come un bassorilievo che rimanda a culture arcaiche e primordiali.
L’opera Senza Titolo (2009) è invece un bassorilievo in legno rivestito di piombo, lavorato in modo tale da creare sulla superficie, divisa in cinque segmenti, un insieme di piani inclinati che compongono una sorta di tarsia, animata da riflessi di luce.
Le opere Duna e Senza Titolo, presentate rispettivamente da Emanuela Nobile Mino e Roberto Lambarelli, compongono un MACROwall che occupa un’intera parete di una delle sale del Museo, per creare un percorso in grado di documentare l’evoluzione stilistica di Nunzio di Stefano.
Nunzio Di Stefano nasce a Cagnano Aminterno (AQ) nel 1954. Giovanissimo si trasferisce a Roma dove studia all’Accademia di Belle Arti diplomandosi nel corso di Scenografia tenuto da Toti Scialoja. Nel 1981 tiene la sua prima personale alla galleria Spatia di Bolzano. Nel 1984 Achille Bonito Oliva cura la mostra “Ateliers” nello spazio dell’ex pastificio Cerere, nasce il gruppo Officina San Lorenzo. Nel 1986 espone nella sezione “Aperto 86” alla LXII Biennale di Venezia e vince il “Premio 2000” come miglior giovane artista. Questo segna la sua definitiva consacrazione internazionale. Espone al Centre National d’Art Contemporain di Nizza in “L’Italie aujourd’hui”, alla Galleria Comunale di Bologna, dove tiene anche una personale nel 1995, alla XI Quadriennale di Roma, dove espone anche nel 1996, alla VI Biennale di Sydney e alla III Biennale di Istanbul. E ancora a Madrid per “Los Nuevos Romanos”, a Francoforte per “Prospekt ‘89”, nel 1993 è poi nuovamente invitato alla Biennale di Venezia. Nel 1995 partecipa alla seconda edizione della Biennale di Fujisankei in Giappone, dove vince il Prize for Excellence. Le sue più recenti mostre antologiche sono state allestite al MACRO di Roma, nel 2005 e nel 2006 al Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado.

6ARTISTA Riccardo Benassi / Tomaso De Luca
a cura di Marcello Smarelli
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali
Organizzazione Zètema Progetto Cultura
In occasione del nuovo ciclo espositivo MACROFall 2010, il Museo ospita nei propri spazi le installazioni di Riccardo Benassi e Tomaso de Luca – vincitori della prima edizione di 6ARTISTA – a conferma sia della costante attenzione del Museo verso le nuove generazioni di artisti attivi a Roma, sia del legame storico tra MACRO e Pastificio Cerere quali grandi laboratori di immagini.
Partito nel 2009, 6ARTISTA è il Premio concepito da Fondazione Pastificio Cerere e Associazione Civita con il sostegno di Allianz per supportare i giovani talenti nella loro fase formativa attraverso un periodo di residenza presso il Pastificio Cerere, un luogo che dagli anni Settanta in poi ha visto la nascita e lo sviluppo delle tendenze artistiche più interessanti della capitale, uno spazio in cui gli artisti transitano, vivono e lavorano. L’obiettivo è quello di offrire un luogo di confronto con i diversi linguaggi, idee e tecniche, affinché i giovani individuati possano approfondire la loro poetica e consolidare il proprio linguaggio.
Riccardo Benassi s’interroga sul tempo, sullo spazio, sulle architetture; lavora sulle sensazioni e sull’incontro fra i suoi due grandi interessi: suono e materia. L’installazione sonora “1982” è una sala d’aspetto espansa, specificatamente progettata per l’architettura del Macro. Una zona di passaggio del museo viene tramutata in area di sosta ad uso e consumo dei visitatori e sembra offrire un comfort casuale che non ha scopi apparenti se non l’esibizione di se stesso.
La ricerca di Tomaso De Luca s’incentra sull’identità maschile e le sue declinazioni all’interno del corpo e dello spazio. L’artista va alla ricerca di una statua di epoca fascista, riscoperta nel 2009, chiamata “il Cacciatore”, che appare e scompare da oltre 70 anni. Trova però una scultura il cui volto è celato totalmente dalla vegetazione e decide, partendo da un’unica fotografia, di disegnare cento volte la sua testa invisibile. In The Sleepers De Luca fa “incontrare”, attraverso l’uso del disegno e della performance, lo stesso Cacciatore con un’altra scultura dimenticata: il Bigio di Brescia. Questi due lavori di Tomaso De Luca, concepiti come un unicum, raccontano un piccolo ciclo dello sguardo, sostituito o modificato dall’esperienza percettiva della prassi artistica.
Catalogo edito da Mousse a cura di Marcello Smarrelli

Urs Lüthi Just Another Story About Leaving
a cura di Luca Massimo Barbero ed Elena Forin
Immagine: Urs Lüthi, Autoritratto a mani vuote, 2009, fotografia

Mediateca: Martin Parr “Sei Fotografie”
Immagine: Martin Parr, Ginger hair, 1998. Copyright: © martin parr/magnum photos
MACRO presenta Martin Parr “Sei Fotografie”. Dal 18 Dicembre 2009 al 5 Aprile 2010 la Mediateca del Museo d’Arte Contemporanea Roma ospiterà un allestimento dedicato al fotografo britannico. Con Sei Fotografie inizia un progetto di collaborazione tra MACRO e FORMA (Centro Internazionale di Fotografia, Milano) grazie al quale la Mediateca del Museo accoglierà nell’arco dei prossimi mesi e in diversi appuntamenti, l’opera di importanti fotografi contemporanei. Con questa iniziativa, promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma, MACRO conferma la propria tendenza a coinvolgere ogni spazio del Museo nella programmazione espositiva.

Luigi Ontani mar’ Dei guttAVI
a cura di Rossella Meucci Reale e Pier Gabriele Vangelli
Immagine: Luigi Ontani “mar’ DEI guttAVI – Tableau Vivant”, 2009
Dal 19 Dicembre 2009 la Hall del museo ospita quattordici grandi maschere di cartapesta, ideate da Luigi Ontani, realizzate in collaborazione con Pietro Simonelli, e ispirate ad altrettanti artisti che nel tempo hanno vissuto e lavorato a Via Margutta. Dopo il tableau vivant del 26 Ottobre e l’esibizione presso la Galleria Valentina Moncada, le opere di Ontani continuano il loro percorso e giungono al MACRO di via Reggio Emilia come omaggio al Maestro, alla città di Roma e alla strada dell’arte per antonomasia.
Le figure che hanno ispirato Ontani sono: Nicolas Poussin, Luigi Valadier, Antonio Mancini, Filippo de Pisis, Gino Severini, Nino Franchina, Pablo Picasso, Peter Van Lear, Mariano Fortuny, Nino Costa, Sigmund Episcopo Lipinsky, Federico Fellini, Sibilla Aleramo, Giulio Aristide Sartorio e Giulio Turcato.
Questi ritratti sono da considerare come un un’opera unica, geniale espressione del Maestro Ontani, che traghettando via Margutta nel XXI secolo la proietta nell’universo internazionale del contemporaneo, aggiungendo un’importante pedina al patrimonio culturale della Capitale.

Ilya & Emilia Kabakov “The Blue Carpet”
Immagine: Ilya & Emilia Kabakov “The Blue Carpet”, 1997. Courtesy Galleria Continua, San Gimignano – Beijing – Le Moulin
Nell’ambito della presentazione di un nuovo allestimento della collezione del museo, MACRO espone The Blue Carpet di Ilya & Emilia Kabakov. Una grande sala del museo sarà occupata da un enorme tappeto blu, sul cui perimetro gli artisti hanno scelto di collocare una serie di piccoli quadri.

Roommates/Coinquilini: Valentino Diego/Pietro Ruffo
a cura di Sabrina Vedovotto e Ilaria Marotta, con il coordinamento di Costanza Paissan
Con la collaborazione di ZERO, media partner
Con Valentino Diego e Pietro Ruffo, proposti rispettivamente dalle curatrici Sabrina Vedovotto e Ilaria Marotta, inizia il secondo appuntamento del ciclo di mostre roommates/coinquilini, grazie al quale il MACRO si apre al lavoro di altri giovani curatori e artisti della scena romana.

Enzo Cucchi “Costume Interiore”
Con la collaborazione di Incontri Internazionali d’Arte
La hall del Museo ospita una visionaria torre di Enzo Cucchi, composta da tre forme cilindriche sovrapposte in metallo praticabili dal visitatore, il quale è invitato ad entrarvi per scoprire l’universo di immagini in esse racchiuso, fatto di presenze antropomorfiche e volumi sospesi (teste, teschi, agglomerati di pittura, sfere sottili), che risuonano come un contrappunto al contempo emotivo e visivo: un “costume interiore” appunto.

digitaLife
La Pelanda – Centro di produzione culturale
Sito Web
www.romaeuropa.net/digitalife
Organizzazione Fondazione Romaeuropa
La Fondazione Romaeuropa cura il progetto e l’organizzazione dell’evento espositivo digitaLife, dedicato alle contaminazioni fra tecnologia, nuovi media ed espressioni artistiche contemporanee. digitaLife è un’iniziativa promossa da Camera di Commercio Roma.
La direzione artistica è di Richard Castelli, gli ospiti sono alcuni degli artisti più innovativi del panorama internazionale contemporaneo. Il tutto in un unico percorso di installazioni e proiezioni video di ultima generazione, dove sperimentare forme inedite di coinvolgimento del pubblico.

Daniel Buren Danza tra triangoli e losanghe per tre colorilavoro in situ, installazione permanente
Con il supporto di UniCredit Group
Con la collaborazione di Incontri Internazionali d’Arte
Immagine: Daniel Buren “Danza tra triangoli e losanghe per tre colori”, lavoro in situ, 2010. Foto di Matteo Crosera
lavoro in situ, installazione permanente
Un grande maestro del contemporaneo, Daniel Buren, ha creato per il MACRO la sua prima opera permanente a Roma: una grande installazione specchiante che gioca con gli elementi architettonici del Museo. Riflettendo i nuovi spazi, la Danza di Buren è la prima immagine del MACRO che verrà.

Forward>>Looking. Una mostra di Cur’Art, collettivo del Master Curatore Museale e di Eventi IED Roma
a cura di Costanza Paissan
Con la collaborazione di Bortolami Gallery, Gagosian Gallery, Galerie Almine Rech
Il 28 aprile 2010, alle ore 18.30, lo IED – Istituto Europeo di Design – di Roma, in collaborazione con il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma – presenta Forward>>Looking una mostra evento all’interno degli spazi espositivi del MACRO FUTURE, a cura del collettivo Cur’Art-Emergenze Contemporanee che propone i progetti di 16 curatori emergenti. L’iniziativa è promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali.
Forward>>Looking espone i progetti di sedici curatori emergenti in un importante luogo del contemporaneo, MACRO FUTURE, contraddistinto dall’indagine sulle nuove “generazioni” delle arti visive. Si metteranno a confronto ricerche curatoriali accomunate dalla necessità di narrare storie messe in scena in un luogo condiviso. Dall’ideazione di una residenza, alla gestione di uno spazio espositivo stabile, all’evento site specific, la mostra pone al suo centro l’arte e la pluralità delle sue declinazioni.
IED di Roma, in collaborazione con il MACRO presenta Forward>>Looking una mostra evento all’interno degli spazi espositivi del MACRO FUTURE, a cura del collettivo Cur’Art-Emergenze Contemporanee che propone i progetti di 16 curatori emergenti.

GILBERTO ZORIO. X Y Zorio
a cura di Luca Massimo Barbero
Con la collaborazione di Galleria Oredaria Arti Contemporanee
Un grande maestro del contemporaneo ripensa uno spazio del MACRO: lo trasforma in un luogo di energia pulsante e coinvolge il pubblico in una esperienza totale, fisica e psichica insieme.
Grazie a un progetto concepito da Gilberto Zorio appositamente per gli spazi del MACRO, una delle sale del museo si trasforma in una sua grande opera tesa al coinvolgimento fisico ed emotivo del pubblico. Come spesso accade nel suo lavoro, Zorio ha pensato a un lavoro in fieri, che conferisce allo spazio, attraverso segni e tracce di materiali differenti, inconsueti, mutevoli e instabili, una identità in continua modificazione.

JOÃO LOURO. My Dark Places
a cura di Luca Massimo Barbero
Con la collaborazione di Ambasciata del Portogallo, Instituto Camões
e la Partecipazione di Ministério da Cultura, Fundação Calouste Gubenkian, Direcção-Geral das Artes
Al secondo piano dell’edificio di via Reggio Emilia, recentemente rinnovato e pronto a collegarsi in modo armonico con la nuova ala del Museo, è presente la sala personale dedicata all’artista portoghese João Louro. Un mondo in cui nulla è come sembra, un universo in cui visione e linguaggio entrano in cortocircuito e creano originali percorsi espressivi.
Una delle sale del Museo ospita My Dark Places, mostra personale dell’artista portoghese João Louro (Lisbona, 1963), a cura di Luca Massimo Barbero. Nello spazio espositivo sono stati riuniti lavori inediti, prodotti dal Museo appositamente per la mostra, parte della serie Blind Images. Un nucleo di opere strettamente collegate tra loro, basate sui concetti apparentemente antitetici di “paura” e “piacere” e sulle suggestioni letterarie di Dalia nera di James Ellroy e delle opere del Marchese de Sade. Il minimalismo formale e la purezza cromatica dei grandi monocromi hanno il proprio contrappunto, ironico e sottile, nelle frasi riportate nella parte inferiore dell’opera, simili a didascalie o sottotitoli. In questi testi l’osservatore non trova una semplice spiegazione o descrizione, ma suggestioni nuove, che aprono la mente e lo sguardo a mondi lontani e diversi, densi di citazioni filosofiche e letterarie.

JORGE PERIS. Micro, Aureo, Adela
a cura di Francesco Stocchi
Immagine: Jorge Peris, Immagini di protozoi da “Allegra sin gravedad en el Atlántico (Euriloco y Foucault en análisis)”. Foto MARCO/Aldo Bairreiro
Micro, Aureo, Adela è il titolo del progetto inedito commissionato dal MACRO all’artista spagnolo Jorge Peris (Alzira, Valencia, 1969). L’intervento, realizzato appositamente per gli spazi del Museo è frutto del lavoro in progress di circa un mese; Peris crea all’interno di una delle sale espositive un ecosistema estremo, che richiama l’ambiente di una salina, approfondendo il rapporto tra acqua e sale e accompagnando il pubblico in un viaggio nel passato infinito.
L’artista spagnolo genera un’opera viva, in cui una leggera coltre di sale fa da sfondo a una straordinaria formazione di stalattiti, disposte secondo uno schema a sezione aurea e generate grazie a un processo biologico accelerato. Il sale, minerale fondamentale per la vita, materiale chimico e bene comune per il consumo umano, muove tutta l’attività organica e si trasforma in un veicolo per un viaggio nel passato.

MACROwall: EIGHTIES ARE BACK! ALFREDO PIRRI
a cura di Ludovico Pratesi
Immagine: Alfredo Pirri, Aria, 2006. Courtesy Oredaria Arti Contemporanee. Foto di Mario Di Paolo
MACROwall: Eighties are Back! è un progetto che si propone di rileggere l’arte italiana degli anni Ottanta attraverso un ciclo di mostre personali di dieci artisti rappresentativi delle diverse tipologie di ricerca che hanno caratterizzato la produzione artistica del decennio. Ogni artista è invitato ad esporre su un’unica parete due opere, una storica e una recente, per permettere al pubblico di riscoprire la vitalità delle ricerche artistiche degli ultimi anni. Le opere sono accompagnate da schede redatte da due critici d’arte di diverse generazioni: il più giovane interpreta l’opera storica e viceversa.
Il primo appuntamento di MACROwall: Eighties are Back! vede come protagonista Alfredo Pirri. Le sue opere nascono dal felice incontro tra figurazione e astrazione, realtà e finzione, elementi che si alternano e sovrappongono per arrivare all’espressione artistica, perseguendo l’idea della purezza delle forme. Nelle opere esposte al MACRO, il minimalismo si fonde con una ricerca legata alla relazione tra materia, colore e luce: la luce che influenza lo spazio, modificandolo e creando cromie.

LUCA TREVISANI. Lo spazio è un giardino da coltivare
a cura di Francesco Stocchi
Immagine: Luca Trevisani, Lo spazio è un giardino da coltivare, 2010. Courtesy l’Artista, Giò Marconi, Mehdi Chouakri, Pinksummer
Il ciclo MACRO PROGETTI SPECIALI, iniziato nell’estate del 2009, dà la possibilità a giovani artisti della scena artistica italiana e internazionale di invadere spazi alternativi del MACRO, per interagire con l’architettura del Museo e le sue potenzialità.
Con Luca Trevisani procede la metamorfosi delle pareti degli ingressi alle ali espositive del Museo: tali aree divengono così non solo uno spazio di passaggio, ma luoghi di nuove esperienze estetiche.
Evoluzione di Gibbosa e Sfuggente, l’opera di Trevisani – Lo spazio è un giardino da coltivare – rappresenta nelle sue forme insieme organiche e artificiali, le fasi lunari nello spazio cosmico. Le immagini rievocano i ritmi delle maree, i movimenti astrali e le geometrie celesti, forze ed entità che governano la vita umana, determinandone i tempi e le stagioni.

MACROradici del Contemporaneo: A Roma La Nostra Era Avanguardia
a cura di Luca Massimo Barbero e Francesca Pola
Immagine: Il manifesto di / The poster for “Vitalità del negativo nell’arte italiana 1960/1970”
Con la collaborazione di Incontri Internazionali d’Arte
Con il contributo tecnico di OTTART Prodotti per l’Arte

OSCAR SAVIO: Architettura in bianco e nero
a cura di Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV)
Con il contributo tecnico di OTTART Prodotti Per l’Arte
Con la mostra Architettura in bianco e nero nelle fotografie di Oscar Savio, allestita nelle cassettiere della Biblioteca del MACRO, il Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV) rende omaggio a una figura fondamentale nell’ambito della fotografia d’arte del Novecento.

JACOB HASHIMOTO. Silence Still Governs Our Consciousness
a cura di Elena Forin
Con la collaborazione di Galleria Studio La Città, Verona
Immagine: Jacob Hashimoto, Silence still governs our consciousness, 2010 Courtesy l’artista e Studio la Città, Verona
Con un’ installazione site specific di Jacob Hashimoto, MACRO inaugura il nuovo spazio di congiunzione tra la nuova ala del Museo e l’area di Via Reggio Emilia. L’opera “Silence Still Governs Our Consciousness” è un fluttuante mondo contemporaneo, un’opera fantastica che anticipa il passaggio tra il presente e il futuro del MACRO.
Come una “nuvola composta da circa 7000 aquiloni”, l’opera Silence Still Governs Our Consciousness occuperà la sala quasi fosse una “tettoia o un baldacchino”, un elemento sospeso da cui si svilupperanno delle grandi masse che creeranno nello spettatore la sensazione di essere “circondato da una foresta di fili e aquiloni – un ambiente silenzioso, meditativo e scultoreo”. Sintesi tra natura e progettazione tecnologica, l’installazione rappresenta un paesaggio fluido e organico, un luogo meditativo che evoca nuove possibili letture dello spazio, del vuoto, della forma e del tempo.

AARON YOUNG. Slippery when wet
a cura di Costanza Paissan
Con la collaborazione di Bortolami Gallery, Gagosian Gallery, Galerie Almine Rech
Immagine: Aaron Young, Go Back to the Valley, 2006, Collezione privata
MACRO dedica una delle proprie sale all’opera del giovane artista americano Aaron Young con una mostra personale a cura di Costanza Paissan. Chiamato a realizzare un intervento appositamente per il Museo, Young dà vita nello spazio espositivo a un ambiente dal sapore urbano, in cui convivono liberamente diversi luoghi e linguaggi espressivi.
In concomitanza con l’inaugurazione della mostra personale al MACRO, Young realizza nella città di Roma un’installazione monumentale in un luogo storico e centrale del tessuto urbano: il Teatro Marcello. Dialogando con le forme architettoniche e con le leggende dell’antico sito archeologico, l’artista ricrea una delle colonne dell’antistante tempio di Apollo, sovrapponendovi una scultura dorata che richiama la forma di una carrozza per turisti. Passato e presente della città di Roma si incontrano in un’opera che è insieme ironico commento alle dinamiche sociali dell’oggi e omaggio spontaneo alle forme dell’antichità.

JOEL STERNFELD: PAST FORWARD TOWARD FUTURE. DUE VISIONI SUL PAESAGGIO URBANO A ROMA
a cura di 3/3
MACRO FUTURE
Immagine: Joel Sternfeld, Grand Nymphaeum of the Villa dei Gordiani Parco dei Gordiani, Rome, August 1990 and A Railroad Artifact, 30th St, May 2000, courtesy the artist and Luhring Augustine Gallery, NY
L’espansione periferica di Roma e le sue trasformazioni pongono l’accento sulla necessità di un approccio critico rispetto alla percezione della dimensione urbana della capitale.
La mostra Past Forward Toward Future, a cura di 3/3, e promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali nell’ambito della Festa dell’Architettura, intende interrogare questa dimensione attraverso il confronto fra due progetti di Joel Sternfeld, che permettono al contempo di raccogliere suggestioni dal passato e ispirazioni per il futuro della città.
Campagna Romana, un’indagine lungo gli acquedotti e le strade consolari a sud e a est della città, rappresenta un caso unico di studio fotografico dell’Agro Romano. Quando, agli inizi degli anni ’90, Sternfeld si confronta con le linee che, dall’antica Roma, hanno tracciato la sua relazione con il mondo extra-urbano, si rivolge alla contaminazione della contemporaneità, già in parte consapevole della rapidità del passo con cui sarebbe avanzata la nuova città, e ci pone indirettamente a confronto con la realtà attuale.
Nel 2000, i due fondatori dell’associazione Amici dell’High Line, una ferrovia sopraelevata che attraversa la parte nord-est di New York e che minacciava di essere abbattuta, hanno chiesto a Sternfeld di percorrere l’High Line e realizzare una serie di fotografie che poi riunite in un libro, Walking the High Line, hanno avuto una grande importanza nel processo di trasformazione della ferrovia in parco pubblico e sono di particolare suggestione per la città di Roma, che da anni si interroga sulla riconversione della sopraelevata.

INDEX URBIS. Festa dell’Architettura
a cura di Francesco Garofalo
MACRO FUTURE
Al via la prima edizione della Festa dell’Architettura di Roma, ospitata in quattro location – la Casa dell’Architettura all’Acquario Romano (9 giugno), l’Auditorium Parco della Musica e il MAXXI Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (10 giugno), il MACRO Testaccio (11 e 12 giugno), con un fitto programma di incontri, lezioni, mostre, convegni e conferenze e oltre settanta eventi collaterali in tutta la città (fino al 27 giugno ).
La Festa dell’Architettura di Roma ha l’obiettivo di raccogliere le riflessioni sulla città proposte sia da esperti, sia dalla comunità culturale e civile, attraverso il confronto con altre metropoli.La proposta culturale della Festa è l’osservazione analitica della città di Roma, del suo sviluppo e del suo ruolo futuro nel panorama architettonico internazionale contemporaneo.
Per maggiori informazioni potete visitare:
www.indexurbis.it
11 giugno 2010
ore 10.30
AULA ERSOCH NODI
Stefano Boeri
*centralità*
“Architettura è/e Politica”, a partire dal G8 alla Maddalena e altri grandi progetti.
ore 11.00
PELANDA 1
FORUM
abitare Roma, cambiare le periferie
Partecipano: Teodoro Buontempo (Assessore alla casa, Regione Lazio), Fabrizio Ghera (Assessore ai lavori pubblici e alle periferie), Giovanni Caudo (Università Roma 3), Francesco Coccia (Direttore Dipartimento politiche di riqualificazione delle periferie), Stefano Cordeschi (architetto), Giovanni D’onofrio (CDP Investimenti SGR S.p.A.),
PELANDA 2
SGUARDI/INCONTRI
Walter Siti discute con: Francesco Careri e Andrea Cavalletti di Roma/Mondo: nascita di una periferia globale
ore 12.00
AULA ERSOCH
EXTRA
Maria Letizia Gagliardi,
Marco Introini, Marco Zanta, Roberto Koch presentano il libro: La misura dello spazio.
Fotografia e architettura: conversazioni con i protagonisti. (Contrasto)
ore 15.00
PELANDA 1
FORUM
edilizia sostenibile?
Partecipano: Luciano Cupelloni (Sapienza Università di Roma), Livio De Santoli (Preside della Facoltà di Architettura Valle Giulia), Daniel Modigliani (ATER Roma), Luca Parnasi (Parsitalia), Marco Tamino (architetto), Fabrizio Tucci (Sapienza Università di Roma)
PELANDA 2
SGUARDI/A MARGINE
Botto & Bruno discutono con: Massimo Ilardi di cronache dell’abbandono.
AULA ERSOCH
EXTRA/PROGETTARE ROMA
Franco Purini parla della sua ricerca sulla città e dei progetti che gli ha dedicato.
ore 17.00
PELANDA 1
FORUM
Olimpiadi
Partecipano: Marco Corsini (Assessore all’Urbanistica, Comune di Roma), Richard Burdett
(London School of Economics, Cities Programme), Orazio Campo (Direttore Ufficio del Piano Regolatore di Roma), Francesco Cellini (Università Roma 3), Carlo Olmo (Direttore dell’Urban Center Metropolitano, Torino)
PELANDA 2
SGUARDI/INCONTRI
Matteo Garrone incontra Dario Zonta su “La città nello sguardo del cinema di Matteo Garrone”
a seguire, “Estate romana” di Matteo Garrone
AULA ERSOCH
EXTRA/PROGETTARE ROMA
Piero Sartogo
ripercorre la sua carriera
di professionista e parla del suo rapporto con la città attraverso le opere che ha realizzato.
ore 19.00
PELANDA 2
SGUARDI/CONFERENZE
Ruggero Pierantoni
Architetture ad alta definizione
AULA ERSOCH
EXTRA/PROGETTARE ROMA
King Roselli Architetti
Jeremy King e Riccardo Roselli raccontano tredici anni
di professione di uno studio anglo-romano.
12 giugno 2010
ore 10.30
AULA ERSOCH
NODI
Richard Burdett
*olimpiadi*
a partire da Londra; errori da non ripetere, opportunità da cogliere (parte del programma
“Three Cities in Flux” A cura della: British School at Rome con l’Università Roma 3).
ore 12.00
PELANDA 1
EXTRA/PROGETTARE ROMA
Nicola Di Battista
Un laboratorio di architettura tra mestiere e ricerca.
PELANDA 2
SGUARDI/CONFERENZE
Marco Senaldi
A/R – Viaggio andata e ritorno tra architettura e arte: oggi
AULA ERSOCH
EXTRA
Carlo Ratti
Città sostenibile / Senseable City
ore 15.00
PELANDA 1
FORUM
da verde a paesaggio a Roma nessuna traccia di paesaggio contemporaneo?
Partecipano: Fabio De Lillo (Assessore all’Ambiente, Comune di Roma), Francesco Ghio (Università Roma 3), Franco Panzini (architetto), Maria Cristina Tullio (Presidente AIAP Roma), Franco Zagari (Università Mediterranea di Reggio Calabria)
PELANDA 2
SGUARDI/A MARGINE
Sten e Lex
“Lo spazio urbano dell’arte”
performance e discussione con: Davide Giannella
AULA ERSOCH
NODI
Yvonne Farrell, Shelley McNamara Grafton Architects
*università*
a partire dalla nuova sede della Bocconi a Milano.
ore 17.00
PELANDA 1
FORUM
Città digitale
La città, la rete e la sua forma
Partecipano: Umberto Croppi (Assessore alle Politiche Culturali e Comunicazione, Comune di Roma), Carlo Ratti (SENSEable City, MIT), Domenico Di Siena (ecosistema urbano), Carlo Infante (Urban Experience), Salvo Mizzi (Capitale Digitale), Andrea Granelli (re-design del territorio), Salvatore Iaconesi – Oriana Persico (neorealismo virtuale), Giuseppe Stampone (la città neodimensionale), Dario Carrera (The Hub Roma)
PELANDA 2
SGUARDI/CONFERENZE
Maurizio Ferraris
Arredo inurbano
AULA ERSOCH
EXTRA
Il festival, l’architettura, le città e il pubblico.
Incontro con: Peter Murray, direttore del London Festival of Architecture.
Partecipano: Pippo Ciorra (Casa dell’Architettura), Margherita Guccione (MAXXI), Piero Ostilio Rossi (Casa dell’Architettura).
In collaborazione con: The British School at Rome
ore 19.00
PELANDA 2 SGUARDI/INCONTRI
Eyal Weizmann
Il male minore
Presenta: Federico Rahola
AULA ERSOCH
NODI
Anne Lacaton, Jean-Philippe Vassal
*abitare*
a partire dalla dal recupero dei grandi complessi di edilizia sociale.
ore 21.30
PELANDA 1
CONCERTO
Us and Them
(Omaggio ai Pink Floyd)
Raiz voce, Rita Marcotulli pianoforte e tastiere, Matthew Garrison basso ed elettronica, Daniele Tittarelli sassofoni, Giovanni Falzone tromba ed effetti,

Macroradici del Contemporaneo: Cesare Zavattini Inedito
a cura di Giorgio Mastinu e Francesca Pola
Con la collaborazione di Archivio Cesare Zavattini, Archivio delle Edizioni e della Galleria del Cavallino, Festival Internazionale del Film di Roma, Fondazione Cinema per Roma, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Regione Veneto
Con il contributo tecnico di OTTART Prodotti per l’Arte
MACROradici del Contemporaneo, progetto pensato soprattutto per le nuovissime generazioni, racconterà personaggi trasversali come presenza viva e attiva nell’immaginario dell’oggi; le opere e le storie degli artisti verranno presentate anche attraverso touchscreen e cassettiere. MACROradici, curato da Francesca Pola, inaugura con un omaggio unico e di sorprendente attualità al grande scrittore, sceneggiatore e narratore per immagini: duecento opere inedite di Cesare Zavattini.

Gino Marotta
Un’intera area del museo sarà dedicata a Gino Marotta, figura centrale della scena artistica romana, che attraverso la continua sperimentazione di nuovi materiali e tecniche ha interpretato le dinamiche di contaminazione tra i media e dato vita a un mondo fantastico tra natura e artificio. In una sala, Marotta presenterà una grande opera inedita pensata appositamente per il MACRO, mentre un’altra sala accoglierà le sculture che hanno reso l’artista noto al grande pubblico.

CRDAV-MACRO: Enrico Prampolini
Il MACRO è inoltre lieto di annunciare il Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive come nuovo organo del proprio corpo. Grazie a questo sodalizio, il pubblico potrà spiare lo straordinario patrimonio del Centro. Nella biblioteca del museo saranno in visione sia la mostra documentaria CRDAV: Enrico Prampolini, omaggio al multiforme genio del Futurismo, sia i bozzetti originali per la metropolitana di Roma, con artisti che vanno da Kenneth Noland a Enrico Castellani, da Heinz Mack a Bruno Ceccobelli.

Roommates / Coinquilini: Goldiechiari / Nicola Pecoraro
Il ciclo Roommates / Coinquilini attesta l’interesse del MACRO per l’emergente scena romana: nei prossimi mesi e nel corso di diversi appuntamenti, alcuni giovani curatori inviteranno altrettanto giovani artisti romani a condividere un’unica sala espositiva come se fosse un appartamento. Al primo incontro, il duo goldiechiari e Nicola Pecoraro, grazie al lavoro curatoriale di Cecilia Canziani e Luca Lo Pinto e il coordinamento di Costanza Paissan, saranno i primi coinquilini del museo.

Via libera – viva la libertà
MACRO Future
La mostra, organizzata in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania, il Goethe Institut Italia/Roma, il Museo Stiftung Deutsche Kinemathek Museum für Film und Fernsehen di Berlino, e il Museo Stiftung Haus der Gerschichte der Bundesrepublik Deutschland di Bonn, si presenta come una antologia visiva e sonora del crollo del Muro.
Attraverso le immagini dell’abbattimento e delle prime feste popolari, ad esso seguite, proposte dai Tg di Berlino Est e di Berlino Ovest, il visitatore potrà rivivere l’evento grazie a tecnologie multimediali. Saranno esposti inoltre materiali inediti, immagini della propaganda di regime e del controllo dei cittadini, foto di repertorio e scatti legati alla storia del Muro, dal 1961 al 1989 nonché oggetti provenienti dal Museo Stiftung Haus der Gerschichte der Bundesrepublik Deutschland di Bonn.

Apocalypse wow! Apocalittici – pop surrealisti – creatori di mondi senza frontiere
MACRO Future
A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino si celebra anche e contemporaneamente la caduta di un altro muro che ha tenuto separate espressioni, tendenze e correnti artistiche che sembravano destinate all’emarginazione, segnando la nascita del mondo globale.
La storia politica e sociale cambia e un profondo mutamento si avverte anche nei movimenti culturali.
APOCALYPSE WOW! svela le forme e i colori del pop surrealismo, del neo pop e della urban art, correnti tenute a lungo alla larga dal sistema ufficiale dell’arte sebbene estremamente presenti nella vita quotidiana di ciascuno di noi sotto forma di pubblicità, fumetti, copertine di libri e dischi, spot televisivi, prime pagine di giornali, vinyl toys, collezioni di moda, oggetti e feticci buoni per le ultime tre generazioni, nuovi idoli della comunicazione e del consumo di massa.
Una collettiva di artisti internazionali, con circa 80 opere, tra dipinti, sculture e istallazioni, scelti tra i più rappresentativi esponenti di un immaginario che lega le generazioni che in questi ultimi 20 anni di cambiamenti epocali hanno convissuto e costruito la cosiddetta Era Globalizzata.
Gli Artisti
SHEPARD FAIREY – TIM BISKUP – VICTOR CASTILLO – ELIO VARUNA – TARA McPHERSON – TODD SCHORR – BORIS HOPPEK – DAVID HOCHBAUM – KATHY STAICO SCHORR – FLYING FORTRESS – GARY BASEMAN – THE LONDON POLICE – JUNKO MIZUNO – TRAVIS LOUIE – FRANCO LOSVIZZERO – STEPHAN DOITSCHINOFF aka CALMA – JEREMY FISH – ALEXONE – DOZE GREEN – MICROBO – RON ENGLISH – JEFF SOTO – BARRY McGEE – THE CLAYTON BROTHERS – CAMILLE ROSE GARCIA – AIKO NAKAGAWA – ANDRAS BARTOS – VER MAR – ANTHONY AUSGANG – LISA PETRUCCI – DESIDERIO – KEI SAWADA – ERIC WHITE – BO130 – NICOLA VERLATO – RICHARD KIRK – FRANCOIS ESCALMEL – DANIEL RICHTER – KILL PIXIE.
Tra gli artisti partecipanti ricordiamo in particolare: SHEPARD FAIREY, conosciuto anche come OBEY, oggi famoso per aver lanciato l’icona con cui Barack Obama ha vinto le elezioni presidenziali americane; DANIEL RICHTER, il pittore espressionista considerato il più grande esponente del nuovo figurativismo tedesco; NICOLA VERLATO, che oggi rappresenta l’Italia alla 53° Biennale di Venezia; DOZE GREEN, uno degli ultimi grandi urban artist cresciuti con Keith Haring e Jan Michel Basquiat nella New York degli anni 70/80; ELIO VARUNA, artista apocalittico che si divide tra Roma e Berlino mescolando messaggi tra sociale e surreale; RON ENGLISH, inventore della “POPaganda” e noto per le sue pitture surreali sul Muro di Berlino.
